Zio Aldo sembrava immortale. Piccoletto, dalla faccia quadrata, ti dava l’impressione di un macigno. Un macigno che vorticava fulmineo, non so se hai presente quel cartone animato, ‘il diavolo della Tasmania’, dove c’è un animaletto che vortica come un turbine e spazza via tutto quello che gli si para davanti. Quando hanno chiuso la bara, mia cugina Sandra gli ha sussurrato: “Fai il bravo lassù”. Lassù sta per il paradiso dove suo fratello, il mio babbo, è andato avanti tre giorni prima a tenergli il posto. Noi qua a commuoverci immaginando nostro babbo con nostra mamma a passeggio per il paradiso e zac, ecco che gli arriva il fratello-diavolo-della-Tasmania. Meno male, zio, che li hai lasciati stare tre giorni così hanno avuto il tempo di riabbracciarsi e piangere di gioia. Per poco, poi li avranno chiamati: Pietro, Edda, venite qua: riapriamo il Cielo e facciamo salire Aldo.
Zio Aldo aveva un’officina dove aggiustava camion. Me lo ricordo steso sotto di essi, di lui spuntavano solo i piedi. Lo chiamavo e con una spinta usciva, le mani e la faccia sporchi di morcia. I camion li recuperava in tutta Italia, se li portava sotto casa, li aggiustava e rivendeva. A novantacinque anni conosceva autostrade e raccordi della patria intera. Parlare di strade gli procurava una felicità inimmaginabile. E ne riusciva a parlare con chiunque, anche con me che mi perdo a guidare in città. Anche con babbo e mi chiedo come facesse. A babbo piaceva camminare, conosceva bene solo i sentieri. A zio Aldo piaceva guidare, e solo autoarticolati. Babbo aveva la voce gentile, era delicato. Zio Aldo urlava sessanta parole al minuto e tutte sulla segnaletica. Si volevano un gran bene. Quando l’altra cugina Silvana mi ha telefonato era in lacrime e anche intenerita: immaginava un Cielo dove il suo babbo non arrivava a caso, sbagliando l’uscita della tangenziale, ma entrava al momento dovuto, atteso dal mio: “Aldo, van otra, a sò mé”.
Una cosa in comune l’avevano ed era una riservatezza di fondo. Questo periodo paradossale dove si può stare in fila al supermercato ma non si possono celebrare i funerali, dove aprono i negozi di abbigliamento per bambini ma non i cimiteri, ha giocato a loro favore, gli ha permesso di andarsene senza dare troppo nell’occhio, in silenzio.
Quaggiù il silenzio. Lassù zio Aldo starà urlando nell’orecchio di Dio le scorciatoie per arrivare dall’altra parte dell’Italia. Non gli sembrerà vero di aver trovato Chi le conosce meglio di lui.
Bellissime parole che producono un’emozione fortissima. Come hai detto tu la cosa più assurda e triste di questo periodo è l’impossibilità di salutare i propri cari come si deve. un abbraccio
Carissima Chiara, ci sarà modo di salutarli come si deve. Grazie della vicinanza, un bacione
Salve Daniela, non sono un’assidua frequentatrice di Facebook, ma siccome abbiamo un’amicizia in comune (Ornella Gonelli) , ho trovato sulla sua pagina le parole che hai dedicato a tuo zio e a tuo padre sul tuo blog. È veramente molto bello quello che hai scritto e per un attimo mi è sembrato di tornare a Castellina dentro la sua officina. A proposito non mi sono neppure presentata, sono ROSARIA TEDIOLI E mia sorella è MARIA GRAZIA. Non so se ti ricordi di noi perché sono veramente tantissimi anni che non ci vediamo ma siamo rimaste le ultime 2 “ prime cugine” Tedioli!!! So più essere in ritardo, ma vorrei porgere le condoglianze a te, e vorrei chiederti se potessi fare le condoglianze anche a Sandra e Silvana sia a nome mio che di mia sorella. Grazie, mi scuso ancora per il ritardo.
Ciao Rosaria, l’ho detto a Silvana dovrebbe averti telefonato! Un abbraccio
Cara Daniela se ne sta andando una parte della mia vita e tu me la fai rivivere. Ti ringrazio per questo. La partenza dei nostri cari ci rattrista ma sicuramente non è un addio ma un arrivederci . Loro ci aspettano e nel frattempo ci proteggono da lassù. Ti abbraccio forte forte
Cara Vivi, se ne sta andando una generazione che sembrava indistruttibile per come ha tirato su la nostra patria. Sono piena di nostalgia per il mio babbo
Leggo il tuo racconto con qualche giorno di ritardo, in sottofondo Nina Zilli canta “La notte vola” ed è una perfetta colonna sonora per il film che ho sceneggiato nella mente grazie alle tue parole.
…e il mio cuore piange e ride insieme.
Grazie Daniela
Cara Liana è così, si resta pieni di nostalgia e di stupore insieme!
Commentare a chi resta, il viaggio verso il cielo intrapreso da chi ami, che rimane può risultare vuoto e banale!
Ti sto abbracciando forte, immaginando Pietro e Edda per mano che si guardano felici, mentre Aldo gli strilla negli orecchi….e gli altri ridono! ❤️