Centoquattordici giorni. Podcast di Giampiero Bartolini. Video della presentazione con l’editore Renzo Casadei, Capire Edizioni.
Autore: Daniela
La Signorina Giulianini avrebbe potuto intristirsi per come le erano andate le cose nella vita… invece restò allegra e così tenne desti i cuori di bambini e anziani del paese. E non solo i loro.
Centoquattordici giorni è la storia di un incontro che avviene un giorno qualunque, a uno sportello Cup di un’azienda sanitaria. Con le colleghe incontenibili, l’amica che sprona e sostiene, i figli curiosi, i passatelli in brodo, l’amore per la lettura con Leopardi, Grossman e Steinbeck. E’ soprattutto la storia di un uomo che non ha avuto paura.
6 maggio 2020: “Buongiorno Daniela, sono uno degli infermieri che ha assistito suo padre in reparto. Le scrivo un messaggio per non disturbarla con una chiamata. Innanzitutto le rinnovo le… [Continua a leggere]
Zio Aldo sembrava immortale. Piccoletto, dalla faccia quadrata, ti dava l’impressione di un macigno. Un macigno che vorticava fulmineo, non so se hai presente quel cartone animato, ‘il diavolo della… [Continua a leggere]
Babbo oggi compie ottantasette anni. Lo scrivo in lettere perché sono tanti e a leggerli così si intuiscono tutti. Le mie amiche notano che non dico ‘il mio babbo’, ma… [Continua a leggere]
C’è un’azienda che vende prodotti chimici fra cui disinfettanti. Un’azienda sconosciuta a chi non è del settore, con chimici che decidono le composizioni, operai alla produzione, commerciali alla vendita, amministrativi…. [Continua a leggere]
Era spettrale la sala d’attesa vuota. Vuoto anche il pronto soccorso, le avevano detto. La folla aveva capito. C’era stato un passaparola vicendevole, più convincente delle parole del Premier. Quella folla che non si fidava dei politici ma si fidava del vicino di casa, alla fine, era stata raggiunta dal buonsenso di qualche amico, da una parola qui e una là. Dalla farmacista che aveva esposto un cartello: Vi portiamo le medicine a casa. Dal fruttivendolo che ne aveva attaccato un altro: Diteci cosa vi serve ve lo allunghiamo noi. Dalla ragazza che aveva appiccicato un foglio nell’atrio del condominio: Non uscite, ci penso io a voi. “Non è vero che non si accorgono mai di niente – notò l’impiegata – si accorgono di chi gli sta vicino” e desiderò essere utile come la farmacista, il fruttivendolo e la ragazza del condominio. Come loro che si offrivano senza un guadagno, senza distinguere tra il malato simpatico e quello antipatico, il cliente generoso e quello tirchio, il vicino gentile e quello insopportabile.
Il Cup aveva cambiato sede. Appena in tempo vista l’emergenza del Coronavirus, pensava l’impiegata andando al lavoro venerdì 6 marzo. Era al sicuro, lei. In via Colombo gli sportelli avevano… [Continua a leggere]
Quel Natale avevano trovato gli stampini a forma di presepe. Avrebbero fatto biscotti di pastafrolla a forma di Gesù con la mangiatoria, Maria, San Giuseppe, bue e asinello, cane e… [Continua a leggere]